Comune di Gonnosnò

Comune di GonnosnòIl paese di circa 900 abitanti si trova al confine sud-orientale dell'Alta Marmilla ad un'altitudine di 175 metri, proprio ai piedi dell'altopiano della Giara, di cui possiede il versante che va da Scala Pomposa sino a Bruncu Suergiu e buona parte del costone occidentale, dove si trova l'oasi naturalistica di Costa Linus.Nel territorio comunale, che include anche la piccola frazione di Figu, sono presenti numerose testimonianze archeologiche che ne dimostrano la frequentazione umana fin dai tempi più remoti: oltre ai numerosi nuraghi, importantissime sono le tombe dei giganti di Is Lapideddas, antichi sepolcri costituiti da grossi blocchi di pietra e il pozzo sacro di San Salvatore, utilizzato fin dall'epoca dei popoli nuragici per la celebrazione dei magici riti religiosi legati all'acqua.Il borgo di Gonnosnò, il cui nome nasce dall'unione delle parole "gonnos" indicante "la collina" e dal genitivo di "nèos" significante "del tempio", nel periodo giudicale appartenne alla curatoria di Parte Usellus; passò poi al marchesato di Oristano e, dopo la caduta del giudicato di Arborea, alla contea di Quirra. La contea divenne marchesato nel 1603 sotto i Centelles; il feudo appartenne poi ai Catalan ed infine, negli ultimi anni del XVIII secolo, agli Osorio, i quali ne mantennero il possesso fino all'abolizione del regime feudale.Il centro storico del paese è caratterizzato da vicoli tortuosi, sui quali si affacciano antiche abitazioni in pietra con splendidi portali: una di esse ospita la biblioteca e l'Esposizione permanente della civiltà contadina, realizzata per mantenere viva la memoria del duro lavoro nei campi. Sempre nel centro storico merita una visita la chiesa di Sant'Elena, che custodisce un imponente retablo del 1600 dedicato a San Basilio Magno.

 

Da vedere nel Comune di Gonnosnò

 

Chiesa di Sant’Elena del Comune di Gonnosnò

Chiesa di Sant'Elena del Comune di GonnosnòLa chiesa parrocchiale è ricca di arredi in pietra, tra i quali spiccano il fonte battesi-male a sezione esagonale, con formelle figurate in vari modi, e alcuni stemmi risalen-ti al ‘600. Anche l’altare maggiore è in pietra e risale al ‘700, anche se nel 1875 subì molte modifiche. L’interessantissimo campanile (alto 28 metri) posto alla sinistra della chiesa risale al 1645 ma fù più volte restaurato nel corso del ‘700 e dell’800.

 

 

Chiesa di Santa Maria (Figu) del Comune di Gonnosnò

Chiesa di Santa Maria (Figu) del Comune di GonnosnòLa bella chiesa di Santa Maria si trova nella frazione di Figu, il cui nome deriva chia-ramente dall'abbondanza del saporito albero da frutto.Rimaneggiata da numerosi restauri che le hanno tolto l’antica fisionomia, è a navata unica con copertura lignea. Presso il piccolo presbiterio sulla destra si trova un architrave in pietra con un’iscrizione molto rovinata, ornata con motivi vegetali stilizzati che ritroviamo anche in una lastra sull’ingresso di sinistra. Al lato destro della facciata si addossa un campanile a vela a duplice arcata, poggiante su conci di dimensioni tali da far pensare che inizialmente lo si volesse erigere di dimensioni molto più grandi.


Tombe dei giganti di Is Lapideddas del Comune di Gonnosnò

Queste cinque tombe, recentemente scavate dagli archeologi, rappresentano una delle poche testimonianze del genere nell'Alta Marmilla. Situate su una collinetta, sono in parte scavate in un bancone di marna dal quale sono state estratte le lastre adoperate per la costruzione della parte superiore dei monumenti funerari. Molto ben conserva-ta è la sepoltura situata più in alto, mentre quella vicino all'ingresso del complesso funerario lascia intravedere dimensioni imponenti ma è purtroppo rovinata.


Pozzo sacro di San Salvatore del Comune di Gonnosnò

Pozzo sacro di San Salvatore del Comune di GonnosnòInteressantissimo esempio di tempio a pozzo sede del culto pagano delle acque, il cui utilizzo è continuato anche nei secoli successivi alla sua costruzione. Ciò è testimo-niato dalla mescolanza del culto cristiano del Salvatore a quello dell'acqua. Il pozzo, scavato nelle marne, è rivestito in lastroni di pietra che conducono al fondo, dove si trova l'acqua: essa è tanto limpida da riflettere le pietre della volta.