Comune di Sagama

Il paese di Sagama, secondo gli studi del Dott. Mario A. Sanna (che discusse nel 2005, presso l'Università di Sassari una tesi di laurea in Lettere, sulla storia e la toponomastica del paese), sorse in epoca preistorica quando intorno ad una fertile vallata denominata "Badde 'e Sagama", in una felice posizione strategica, su un gradino calcareo fu edificato il nuraghe Muristene e probabilmente nell'area dove attualmente insiste la chiesa seicentesca intitolata all'Arcangelo Gabriele un santuario pagano.A breve distanza e a "corona" di questo primo nucleo furono edificati in posizione stategica difensiva: il nuraghe Funtanedda (a ovest), i nuraghi Mura de Canes e Molineddu (a est), il nuraghe Pascialzos (a sud-est) e il nuraghe Nuratolu con il nuraghe Giannas di Flussio (a sud-ovest). In epoca fenicia, punica e romana il villaggio fu dotato di mura, ancora visibili nei lati sud e nord. In epoca medioevale la villa o "bidda" di Sagama fece parte con il vicino paese poi scomparso di Nuraki Triganu (a circa 2,5 km ad est di Sagama, nei pressi dell'attuale chiesa campestre di Santu Micheli), della Curatoria della Planargia (citata anche con i nomi di Fruxia o Serraval). Il 9 gennaio del 1388 i suoi rappresentanti (e quelli di Triganu), sottoscrissero presso la chiesa di S. Giovanni Battista a Magomadas, la Pergamena d'Eleonora ovvero la PACE tra il Regno di Arborea e il Regno d'Aragona. Dopo morte di Eleonora d'Arborea (1402-03), la morte del figlio, la dura lotta contro l'Aragona, fu ripresa dal nipote Guglielmo III° di Narbona-Bas, nel 1409. Questi il 30 giugno del 1410 fu sconfitto duramente da Martino il Giovane, Infante (principe ereditario) d'Aragona, a Sanluri. Nel 1416 risultavano ancora attestati a Triganu 4 fuochi (circa 16 abitanti), nonostante la guerriglia e le pestilenze. Dopo il 1420 il paese di Sagama si trovò dunque assorbito con tutta la Planargia, nel Regno di Sardegna, nel 1430 la Planargia fu infeudata a Guglielmo Raimondo de Moncada, fu confiscata dalla Corona, che la cedette nel 1468 alla famiglia Villamarì. Nel 1469 la Corona spagnola, concesse il feudo ad Antonio Brondo, a cui fu confiscato nel 1670; nel 1698 fu la volta della famiglia Olives ed infine nel 1756 da Antonio Paliacio (Palliaccio, Paliacho), i cui discendenti assunsero i titoli di "Marchese della Planargia" e di "Conti di Sindia" (i primogeniti). Attualmente questa famiglia ramificata a Sassari e Genova ha assunto i cognomi di "Palici di Suni" o semplicemente "di Suni". Fu così fino all'abolizione dei feudi del 1839. La legge delle chiudende del 1820, non fu recepita subito a Sagama, ragion per cui gli Ecclesiastici, riuscirono ad impossesarsi della preziosa terra della "Badd'e Sagama", mentre nell'altipiano di Santu Mikeli-Triganinu dove il terreno veniva pascolato l'operazione non fu resa possibile dalla resistenza dei pastori sagamesi, sindiesi e sunesi. Dopo l'abolizione dei feudi (1839), Sagama entrò a far parte del Circondario di Cuglieri, nel 1927 inserita nella neonata Provincia di Nuoro, mentre il Comune fu soppresso ed accorpato con Tinnura e Flussio al Municipio di Suni, fino al 1946 quando Umberto di Savoia con Decreto Luogotenenziale nel 1946 le restituì l'autoomia amministrativa. Dal 2004 è transitato in Provincia di Oristano.

 

Da vedere nel Comune di Sagama

 


Nuraghe Funtanedda del Comune di Sagama

E' situato in località Badde Sagama.Sorge su uno sperone basaltico accessibile solo da un lato, ad Ovest dell’abitato di Sagama. Ha una pianta poligonale con prospetto rettilineo e leggermente convesso a NO dove si apre l’ingresso. Al centro della parete maggiore si apre l’ingresso principale con luce rettangolare e architrave. Entrando troviamo un corridoio rettilineo, nella parte destra del primo tratto si aprono due nicchie affiancate: la prima interamente crollata, la seconda di pianta rettangolare accessibile da una porta rettangolare sormontata da un architrave. Dopo sei metri di percorso, il corridoio mostra un’apertura nella parte sinistra non agibile a causa del crollo, e piega verso destra ad arco sino all’ingresso secondario.

 

Nuraghe Molineddu del Comune di Sagama

E' situato in località Terra d’Onore. Il monumento si trova a meno di 400 metri a NE dell’abitato, in prossimità della sponda meridionale del Riu Ralzu. Si tratta di un monotorre con nicchia d’andito e camera marginata da una nicchia. La torre a pianta circolare è costruita con blocchi di grandi dimensioni disposti a filari orizzontali non sempre regolari. L’ingresso, volto a SE, ha luce rettangolare ed è delimitato in alto da un architrave. Nella parete destra dell’andito, a due metri dell’ingresso si apre una nicchia a pianta poligonale. Attraverso una porta trapezoidale si accede alla camera del nuraghe di pianta circolare. Alla sinistra si apre l’unica nicchia a pianta semiellittica la cui copertura è crollata, ad essa si accede attraverso una porta a luce trapezoidale, ora priva d’architrave.

 

Protonuraghe Molineddu del Comune di Sagama

E' situato in località Terra d’Onore. Si trova a NE di Sagama, in prossimità della sponda settentrionale del Riu Ralzu a 160 metri verso SE del nuraghe Molineddu e ad un centinaio di metri a NNE della tomba dei giganti su Crastu Covaccadu. Ha pianta quadrangolare con profilo arrotondato. L’opera muraria è costituita da massi di grandi dimensioni sovrapposti a file orizzontali molto irregolari. La costruzione presenta due ingressi, il primo ad ESE ed il secondo ad ONO, raccordati da un corridoio che si sviluppa ortogonalmente all’asse maggiore della struttura. L’ingresso volto ad ESE presenta luce quadrangolare ed è sormontato da un poderoso architrave che poggia su stipiti formati da tre file di pietre per parte. L’accesso ONO sembra anch’esso a luce quadrangolare con architrave, ma ora è totalmente ostruito dal crollo. Nella parte sud del corridoio, dall’ingresso ESE, si apre una porta trapezoidale che risulta rialzata ed è sormontata da un robusto architrave.

 

Nuraghe Muristene del Comune di Sagama

Nuraghe Muristene del Comune di SagamaE' situato nell’abitato di Sagama. Il monumento, posto in prossimità della parrocchiale, è un monotorre con scala, nicchia d’andito e camera centrale marginata da tre nicchie disposte a croce. La torre è a pianta circolare. L’opera muraria è costituita da pietre basaltiche di medie e grandi dimensioni disposte a filari orizzontali regolari. L’ingresso volto a SE, di luce trapezoidale, è sormontato da un architrave che poggia su stipiti costituiti da tre massi, a destra e due a sinistra. Il corridoio tende ad allargarsi verso il centro in corrispondenza dell’apertura della scala e della nicchia, per poi restringersi ancora verso l’ingresso alla camera. Il soffitto si conserva solo nel tratto terminale del vano, la rimanente parte è a cielo aperto. Nella spalliera destra dell’andito si apre una nicchia a pianta trapezoidale alla quale si accede per una porta a luce trapezia con architrave; nella parete sinistra, invece, la porta del vano- scala, ora interamente ostruita dal crollo. L’accesso alla camera centrale avviene attraverso una porta trapezoidale con architrave. La camera presenta forma lievemente ellittica e sezione ogivale. Il profilo della camera è segnato da tre nicchie disposte a croce. Da questo nuraghe proviene un bronzetto raffigurante un toro.

 

Nuraghe Nuratolu del Comune di Sagama

Situato in località Mura Piana. A 400 metri circa a nord del nuraghe Giannas si trovano i resti di un nuraghe monotorre di forma circolare costituito di tre o quattro filari di pietre di grandi dimensioni. Le macerie e la vegetazione arbustiva non consentono di conoscere i particolari architettonici e l’articolazione degli spazi interni dell’edificio nuragico.


Tomba dei giganti su Crastu Covaccadu del Comune di Sagama

Situata in località Terra D’Onore. Si trova a circa duecento metri a nord del protonuraghe Mulineddu, a poche decine di metri a nord di una strada a penetrazione agraria. La tomba a struttura domenica è molto rovinata, conserva solo parte del corridoio funerario e del profilo esterno. Fra le pietre che giacciono rovesciate nell’area dell’emiciclo, si segnala per le dimensioni un lastrone di 2,50 metri di lunghezza, 1,25 metri di larghezza e 0,80 metri di spessore; è possibile che si tratti di parte della stele centinata, non chiaramente individuata ma prevista nel modulo architettonico. Il corpo tombale ha uno spessore di 5 m ed è ridotto solo a tre lastroni nella fiancata sinistra e quattro in quella destra. Il corridoio funerario, lungo attualmente 5,35 metri, presenta due lastre affiancate per testata ed è ora a cielo aperto.


Tomba dei giganti Triganinu del Comune di Sagama

E' situata in località Triganino. Il monumento si trova ad est dell’abitato di Sagama, piuttosto staccato dai numerosi nuraghi che si trovano intorno. La tomba a struttura domenica, presenta il consueto schema planimetrico di tipo tombale: lungo corpo a profilo vagamente trapezoidale e absidato nella parte posteriore, ampia esedra semicircolare e lungo corridoio rettangolare. La muratura è costituita da grandi lastroni ortostatici, ora in parte spezzati e rovesciati.


Tombe romane e ritrovamenti vari del Comune di Sagama

Situate in località Murenda. Vi furono, in questa località, ritrovamenti d’embrici, frammenti di bronzo e sepolture. Sempre in questo sito, è stata trovata una lucerna d’età imperiale e una moneta di Marco Aurelio.


Chiesa di San Gabriele Arcangelo del Comune di Sagama

Chiesa di San Gabriele Arcangelo del Comune di SagamaOltre a questi monumenti non mancano in quest’umile villaggio altre cose da osservare in materia di belle arti. Prima fra tutte la Chiesa Parrocchiale, questa è la chiesa più bella che si trovi in tutta la Planargia per la sua forma architettonica. Essa s’innalza ai piedi della collina, nel sito più basso; è costruita con massi ben squadrati tanto di fuori che di dentro. Consta di una navata terminante in botte di gran capacità, superiore certo al numero degli attuali abitanti. Di particolare importanza, è il fatto che di questa chiesa è stato conservato lo strumento originale con il quale il parroco ed i capi mastri stipularono le condizioni per l’erezione della medesima chiesa. Questo strumento è dettato in lingua sarda nazionale e la cui conservazione si deve al rettore G.L. Spano. Nel 1606, i maestri sassaresi Antonio Solaro, Brotu Derio e Miale Fiore rifacendosi al modello, recente, della chiesa di San Giacomo di Sassari che superava la tradizione gotico-catalana per ispirarsi ai nuovi modelli rinascimentali, riedificarono dalle fondamenta la chiesa parrocchiale. Sotto la mensa dell’altare antico, quello in legno dorato, è stato ritrovato un tubo d’argento all’interno del quale vi era una striscia membranacea in cui era scritto il nome del vescovo consacrante la chiesa e l’altare, l’anno della consacrazione e il giorno. C’era per tradizione nel villaggio che la chiesa era consacrata il 28 ottobre, e perciò si faceva la festa con fiera che durava tre giorni con grande partecipazione di popolo. Il vescovo consacrante fu monsignor Zespedes, patrizio algherese, consacrato vescovo di Bosa nel 1742 e morto nel 1747, tre anni dopo aver consacrato la chiesa di Sagama.


Cappelle del Comune di Sagama

Le tele che ornano le cappelle, sebbene queste siano della medesima forma e architettura, sono di diversa mano e di diversi tempi. Nella terza cappella a mano sinistra entrando vi è una grande tela, di stile tipico della scuola emiliana, che rappresenta San Lorenzo e San Sisto: i due santi si trovano ai lati della tela e sopra di loro un gruppo d’angeli che pongono ai santi la palma del martirio. Particolare è poi la visione di un paese che si apre al centro del gruppo. Questo è, forse, il più pregevole dipinto tra tutti quelli che si trovano in questa chiesa. Della stessa mano dovrebbe essere la tela delle stesse dimensioni che si trova nella prima cappella a destra rappresentante la Natività. La struttura del dipinto è decentrata sulla sinistra polarizzandosi nel gentile volto della vergine, mentre gli altri personaggi, San Giuseppe, gli angioletti e gli spettatori adoranti in basso formano con la Madonna come un triangolo avente la base sul lato destro della tela. Nella seconda cappella a destra troviamo la Deposizione, tela, questa, che lo Spano attribuì ad un certo Elias Comneno, pittore della colonia greca di Montresta. Nella terza cappella a destra, la Sacra famiglia, mentre nella seconda a sinistra troviamo la Vergine e anime purganti .Le cappelle rimanenti contengono la prima a sinistra l’altare dedicato a San Sebastiano, la quarta, sempre a sinistra l’altare della Madonna delle Raccomandate; la prima a destra, invece contiene l’altare della Madonna del Rosario. L’altare maggiore è molto maestoso. Le due nicchie laterali, un tempo erano destinate uno alla Vergine Annunziata e l’altra all’Arcangelo Gabriele due opere tutte dorate di gran pregio artistico. Questi due simulacri sono molto più antichi della chiesa.